Ho scritto questa tesi nel 2015, nel 2020 siamo ad oltre 250, con risultati sorprendenti.
Facoltà di Medicina e Chirurgia di Siena
Corso di Perfezionamento in Ossigeno-Ozonoterapia Anno 2014/2015
Tesi Sperimentale
TRATTAMENTO DELLE ERNIE DISCALI DEL CANE CON OSSIGENO-OZONOTERAPIA E AGOPUNTURA:
EVIDENZE CLINICHE
Dott.ssa VALENTINA TACCINI
“Ovunque tra il nostro popolo si pensa che il Creatore e tutta la Creazione siano un vasto e santo mistero: ma questo mistero può parlare ai nostri Cuori se noi siamo preparati e se ascoltiamo”.
Saupaquant Wampanoag
INTERVISTE
RINGRAZIAMENTI
Il frutto di questa tesi deriva dal desiderio di conoscere sempre più modalità alternative di curare gli animali, senza effetti collaterali e stimolando l’organismo ai suoi fantastici processi di guarigione e riequilibrio energetico. I miei percorsi mi hanno condotto a una serie di conoscenze e “coincidenze” che hanno determinato il mio modo di lavorare nell’ambito veterinario.
Ringrazio il Dottor Americo Cimino, che mi ha dato l’opportunità di conoscere l’ozonoterapia e di assistere ai suoi trattamenti (umani) ed ha suscitato in me il desiderio di applicare questo metodo ai nostri amici a quattro zampe.
Ringrazio il Professor Velio Bocci, pietra miliare della nascita e dell’uso di questa terapia, che con grandissima passione ci ha insegnato in questo corso di perfezionamento la sua professionalità, trasmettendoci il suo amore per la cura del paziente.
Ringrazio la Dottoressa Emma Borrelli che con profonda convinzione,dedizione e passione porta avanti il progetto di diffondere il più possibile l’utilizzo dell’ozonoterapia, estendendolo anche al campo veterinario.
Ringrazio il Dottor Roberto Cardelli che mi ha consentito di muovere le mie prime conoscenze in questo ambito e la Dottoressa Silvia Santi, amica e collega che mi ha coinvolto nel progetto di “ozonizzare il mondo” come dice lei J
Ringrazio Marco, che da oltre undici anni col suo amore mi sostiene tutti i miei percorsi dandomi il suo appoggio e la sua fiducia.
Ringrazio i miei genitori che hanno sempre creduto in me e mi hanno regalato il generatore di ozono, sostenendo me e le mie ambizioni.
Infine ringrazio la mia innata curiosità che mi guida in tutti i miei processi evolutivi e professionali, e che mi ha portato fin qui, in questo percorso che si chiama Vita.
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- INDICE
- Introduzione
- L’ozono
- Cos’è l’ozono
- Come si produce l’ozono
- Come agisce l’ozono
- Vie di somministrazione dell’ozono
- Campi di utilizzo
- Ernie discali del cane
- Ernia del disco del cane di tipo
- Ernia del disco del cane di tipo
- Ozonoterapia nelle ernie discali
- Tecnica paravertebrale
- Tecnica intraforaminale
- Meccanismo d’azione dell’ossigeno-ozono nelle ernie discali e nel mal di schiena
- Iniezione paravertebrale
- Agopuntura nelle ernie discali
- Materiali e Metodi
- Casi Clinici
- Risultati
- Discussione
- Bibliografia
- Biografia
INTRODUZIONE
Il mio interesse verso l’ossigeno-ozonoterapia è nato in seguito alla sperimentazione di questa terapia da parte di mio padre, grande atleta e vincitore di gare ciclistiche importanti amatoriali anche all’età di sessantaanni. In seguito a diagnosi di ernia lombare, fui io stessa a suggerirgli ditentare il trattamento con ossigeno-ozonoterapia in alternativa all’inter vento che gli era stato prescritto. Con tre applicazioni intradiscali di Ossigeno-Ozono il suo problema è stato risolto definitivamente, senzarecidive a distanza di oltre tre anni.
Nella pratica di Medico Veterinario, mi dedico alla fisioterapia e riabilitazione, agopuntura e chiropratica dei piccoli animali nel mio ambulatorio di Pisa. L’ozonoterapia ben si abbina al mio approccio terapeutico, perché consente di ottenere effetti benefici migliorando lo stato di salute dell’animale senza controindicazioni o rischi terapeutici, se usata con coscienza.
I casi di ernie discali hanno rappresentato sempre una casistica consistente nella mia pratica di fisioterapia e riabilitazione veterinaria, come casi postchirurgia, riferiti da colleghi. Quando mi capitavano ernie conclamate osospette, non operate, non sapevo come affrontarle, se non riferendo i casi ai chirurghi. Da quando pratico agopuntura ed ozonoterapia, ho iniziato a trattare casi di ernie di soggetti non operabili (per anzianità, per costi, o problemi metabolici) e quelli che dapprima sembravano casi risolti fortunati, sono diventati sempre più frequenti. Usando ozonoterapia e agopuntura si può intervenire anche laddove non è possibile fare accertamenti diagnostici, poiché questo approccio non ha controindicazionie sfrutta dei meccanismi che funzionano anche se la localizzazione della lesione non è precisa al 100%.
Ci sono due problemi importanti che limitano l’esecuzione delle indagini diagnostiche nei piccoli animali, come una risonanza magnetica (RM) o una tomografia computerizzata (TAC): il primo è che per svolgere questi esami l’animale deve essere sottoposto ad anestesia generale, con i rischi connessi, che non sempre i proprietari accettano di buon grado; l’altro problema è quello economico, infatti, i costi variano da 400 a 900 € per la sola diagno si, con l’eventuale interventosi raggiungono anche 3.000 €.
Tentare l’approccio conservativo con queste tecniche non preclude l’intervento nel caso non si ottengano i risultati sperati.
L’OZONO
Cos’è l’ozono
L’ozono (O3) è un gas debolmente azzurro, dall’odore pungente, percepibile nell’aria alla concentrazione di 0,002 ppm. E’ costituito da 3 atomi di ossigeno, ha peso molecolare di 48 e si forma a partire dall’ossigeno con un processo endotermico:
3 O2 2 O3 – 68,400 cal
In natura l’ozono è un gas protettivo dell’ambiente, si trova a 25-30 km dalla superficie terrestre e blocca i raggi UVB per il 75% e UVC per il 10%. Si produce quando il raggio UV colpisce l’O2, lo scinde e le molecole si ricombinano in O3. Sempre il raggio UV, colpendo O3 causa la formazione di O2 + O-.
L’ozono è un gas instabile, per cui la sua preparazione deve avvenire nello tesso ambiente di somministrazione ed in tempi rapidi (entro 30’’ – 60”dal prelievo dall’apparecchio produttore di ozono).
Alle concentrazioni utilizzate in ambulatorio, l’ozono non è articolarmente tossico, i primi effetti di tossicità si manifestano a concentrazioni di 0,1 ppm che provocano bruciore alle vie aeree e respiratorie, a concentrazioni di 1 ppm si manifestano rinite, tosse, vomito, asma; a concentrazioni di 50 ppm sopraggiunge la morte in pochi minuti.
L’ozono non è un radicale libero ma un forte ossidante e la sua tossicità nell’organismo è strettamente correlata alla dose, all’organo interessato e alla durata dell’esposizione. La capacità dell’organo di difendersi dall’ozono dipende dalla sua produzione di antiossidanti.
Il rischio di tossicità è molto elevato per il polmone, infatti, l’inalazione diretta, anche a concentrazioni d’uso basse, è irritante e può causare addirittura edema e broncospasmo. L’ozono interagisce col film idrolipidico che fa da barriera tra alveolo e parete alveolare, la fase lipidica è costituita dal surfactante composto per il 90% da fosfolipidi e 10% proteine, l’ozono reagisce con questi e causa rilascio dei mediatori (prostaglandine e leucotrieni) che causano bronco-ostruzione, aumentodella reattività delle vie aeree e abbassamento delle loro capacità di difesa.
L’ozono non penetra nel polmone, ma la tossicità è dovuta ai mediatori che si rilasciano e che scatenano questi eventi. A livello cutaneo il grado di tossicità dell’ozono è intermedio, a contatto con lo strato corneo si formano aldeidi, a dosi elevate crea danni cutanei con produzione di citochine e infiammazione, fino al cancro. Ai dosaggi terapeutici non ci sono controindicazioni, infatti l’ozono, con la tecnica del bagging (sacchetto), viene usato per guarire ulcere e ferite.
Nel sangue la propagazione degli effetti secondari è annientata al 99%, per questo motivo la Grande Auto Emo Trasfusione (GAET) non è tossica, anzi, terapeutica per molte patologie.
E’ interessante sapere che l’utilizzo dei guanti di lattice quando si opera con l’ozono è sconsigliato perché il gas reagisce con il lattice disintegrandolo.
Come si produce l’ozono
In medicina è indispensabile usare ossigeno puro medicale per la produzione di ozono. Il generatore di ozono utilizza una differenza di voltaggio tra 5.000 e 13.000 volt per scindere l’O2 in 2 atomi di O, che si combinano con l’O2, che è sempre in eccesso, formando O3, quindi entra O2 puro ed esce una miscela di almeno 95% O2 e O3 mai superiore al 5%.
La concentrazione di ozono utilizzata in medicina si misura in μg/ml e varia da 2 a 110 (Bocci). L’ozono è un vero e proprio farmaco e può essere usato per vie di somministrazioni e concentrazioni diverse, per cui è molto importante la precisione della concentrazione a cui viene prelevato.
Come agisce l’ozono
L’ozono non è un radicale libero e la sua rappresentazione è questa
O=O-O
con un numero pari di elettroni nell’orbita esterna. Un radicale libero invece ha un solo elettrone nell’orbita periferica, per cui è molto instabile e reattivo, quindi va alla ricerca di un elettrone da accoppiare col singolo e tende a reagire con molecole stabili secondo varie modalità:
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- può formare una molecola stabile con legame covalente;
- può donare un elettrone a una molecola stabile (riducente);
- può catturare un elettrone da una molecola stabile (ossidante);
- può integrarsi in una molecola stabile.
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L’ozono è un potente ossidante, instabile, che reagisce con altre molecole in soluzione acquosa. Quello che interessa a noi è la reazione che avviene nei liquidi biologici, cioè l’interazione con i PUFA (acidi grassi insaturi), con i composti riducenti (donatori di elettroni), come il GSH (glutatione ridotto) e le proteine ricche di cisteina.
Quando l’ozono viene somministrato per via intramuscolare o sottocutanea, l’ozono reagisce con i PUFA legati alle albumine o presenti nelle lipoproteine, e con il GSH.
L’ozono reagisce con un doppio legame C=C di un acido grasso insaturo causando una cascata di prodotti come gli ozonuri e ozonidi se la reazione avviene in ambiente lipofilo, o perossido di idrogeno (H2O2 – ossidante) e aldeidi se avviene in ambiente acquoso.
L’ozonizzazione di 1 mole di PUFA genera 1 mole di perossido di idrogeno e 2 moli di aldeide. L’H2O2 nel plasma viene degradata dalla catalasi e dalla glutatione perossidasi (enzimi antiossidanti). Nel plasma ci sono anche vitamina C (acido ascorbico) e GSH, il cui gruppo –SH funziona da potente riducente (donatore di elettroni).
L’ozono reagisce solo con gli acidi grassi insaturi e non con i saturi, a livello del doppio legame.
Miscelando l’ozono al sangue, come avviene nella GAET, l’ozono reagisce dapprima con gli antiossidanti, esauriti questi, reagisce con i PUFA, a noi interessa questa reazione, quindi se un paziente assume molti antiossidanti, occorre aumentare la concentrazione di ozono per far avvenire la reazione. Questa reazione avviene quando l’ozono viene miscelato al sangue nella bottiglia, una volta che viene reinfuso, l’ozono non è più presente. La reazione che avviene è questa:
R-CH-CH-R + H2O+ O3 à H2O2 + 2R-CHO
Questo è il composto terminale dell’ossidazione dei grassi insaturi (alchenale), che insieme al perossido d’idrogeno, agisce nel sangue. L’idroperossido entra nelle cellule, nelle piastrine, globuli rossi e bianchi, provocando reazioni di varia natura. Ad esempio nei globuli rossi provoca la formazione di 2-3 difosfoglicerato e aumenta la quantità di emoglobina, che sposta la curva a destra, cioè cede più O2 nei tessuti. Inoltre aumenta la produzione di ATP e di conseguenza, la glicolisi.
- Eritrociti (liberano più O2 nei tessuti)
- H2O2 Leucociti (più attivi)
- Piastrine (liberano fattore di crescita)
Ozono à Plasma
- Endotelio
- Alchenale Cellule parenchimali
- Ipotalamo
Le aldeidi si legano a cisteina, glutatione o albumina. La cisteina lega l’alchenale. Gli alchenali vengono trasportati nel sangue, entrano nelle cellule attivando vari meccanismi:
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- l’H2O2 attiva la glicolisi (aumenta l’ATP) e la cessione di O2 da parte degli eritrociti.
- L’alchenale si lega al gruppo cisteina, circola nel sangue così legato ed entra nelle cellule (è lipofilo), scatenando la formazione degli antiossidanti (GSH, SOD, ecc.). La quantità di alchenale che non viene usata, viene eliminata con bile e urina.
Quando l’organismo manifesta un’infiammazione, si ha la formazione di metaboliti attivi che devono essere contrastati, per far ciò si possono somministrare antiossidanti per bocca o endovena, ma spesso non superano la membrana cellulare, quindi per via esogena non è detto che arrivino dove serve. Con l’ozonoterapia l’alchenale entra nella cellula e riattiva la produzione di antiossidanti.
Vie di somministrazione dell’ozono
Secondo la via di somministrazione, dello scopo per cui viene l’ossigeno-ozono e lo stato del paziente o del problema, varia la scelta della concentrazione erogata.
Le vie di somministrazione utilizzate sono:
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- Iniezioni intra e periarticolari (da solo o abbinato ad acido Jaluronico)
- Iniezioni intramuscolari e paravertebrali
- Iniezioni intraforaminali* e intradiscali*
- Iniezioni perinervose
- Iniezioni peritendinee
- Iniezioni sottocutanee
- Grande autoemotrasfusione (GAET)
- Piccola autoemotrasfusione (PAET)
- Insufflazione endorettale e vescicale
- Bagging
- Olio e acqua ozonizzati
- *TAC guidati
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Campi di utilizzo
Secondo la via di somministrazione usata, l’ossigeno-ozonoterapia viene usata in questi campi: angiologia, cardiologia, infettivologia, dermatologia, ortopedia, neurologia, gastroenterologia, oncologia, pneumologia, chirurgia, urologia, odontoiatria, reumatologia, estetica.
ERNIE DISCALI DEL CANE
Le ernie discali sono abbastanza frequenti nel cane, mentre sono rare nel gatto.
L’ernia del disco consiste nella fuoriuscita di materiale discale dalla sua sede, che comporta compressione del midollo spinale. La sintomatologia varia in base alla quantità di materiale erniato, alla velocità di fuoriuscita e al danno midollare che si viene a creare. I sintomi variano da una dolorabilità locale, alla difficoltà motoria fino alla paresi o plegia, difficoltà/assenza/incontinenza di urinazione e/o defecazione, perdita di sensibilità (assenza di dolore profondo). La diagnosi deve essere svolta in modo piuttosto tempestivo perché in alcuni casi si rischia il mancato recupero motorio da parte dell’animale.
La diagnosi viene svolta tramite visita clinica neurologica, tramite la TAC con o mezzo di contrasto, in anestesia generale, ma la diagnosi più precisa e dettagliata si ottiene con la RM, che consente di individuare i danni subiti dal midollo e quindi dare anche una prognosi più precisa.
La localizzazione delle ernie discali è tra una vertebra e quella adiacente e possono interessare qualsiasi tratto della colonna (cervicale, toracica, toraco-lombare, lombare e lombo-sacrale). Nel cane la colonna vertebrale è formata da 7 vertebre cervicali, 13 toraciche, 7 lombari, 3 sacrali e da 6 a 20 coccigee. Tra una vertebra e l’altra si collocano i dischi intervertebrali, formati da una parte interna semirigida, il nucleo polposo, e una parte esterna, più rigida, l’anello fibroso. Come accade nell’uomo, questi dischi svolgono funzione ammortizzatrice e favoriscono la mobilità. L’ernia del disco nel cane è una fuoriuscita (estrusione) del nucleo polposo (ernia discale Hansen tipo 1) oppure una protrusione o un’estrusione dell’anello fibroso (ernia discale Hansen tipo 2). L’ernia discale tipo 1 (in genere acuta) interessa soprattutto le razze condrodistrofiche (Bassotto, Basset Hound, Beagle, Cocker Spaniel, Pechinese, Shitzu, Yorkshire Terrier, ecc.), anche se può interessare soggetti di razze non condrodistrofiche. Nei soggetti condrodistrofici la degenerazione discale è precoce, con perdita progressiva del contenuto acquoso, metaplasia cartilaginea e, alla fine, calcificazione. L’ernia del disco di tipo 2 (solitamente cronica) interessa in genere le cosiddette razze non condrodistrofiche (per esempio il Pastore Tedesco).
Ernia del disco del cane di tipo 1
Le manifestazioni cliniche dell’ernia discale di tipo 1 variano in base alla gravità del problema; i cani affetti da questa tipologia di ernia vengono suddivisi in quattro grandi gruppi (da I a IV).
Fanno parte del gruppo I quei soggetti in cui non si registrano deficit di tipo neurologico e in cui l’unica manifestazione clinica è il dolore vertebrale. Nei cani appartenenti al gruppo II sono presenti dolore vertebrale e leggera paraparesi deambulatoria, la minzione è normale. Nei soggetti appartenenti al gruppo III si segnalano paraparesi di grave entità, scarsa capacità deambulatoria e controllo della minzione più o meno conservato.
I cani appartenenti al gruppo IV vengono divisi in due sottogruppi A e B: i soggetti appartenenti al sottogruppo A mostrano paraplegia, mancanza del controllo della minzione e dolore profondo. Nel sottogruppo IV B si registra paraplegia e mancanza di dolore profondo.
La classificazione in gruppi non ha scopi puramente accademici ma pratici, poiché l’appartenenza a un determinato gruppo determina la scelta della terapia ed è associata a una specifica prognosi. I cani che appartengono ai primi due gruppi, nel caso ci si trovi di fronte
alla prima manifestazione clinica in assoluto, vengono trattati (in modo tradizionale) tramite il riposo assoluto in gabbia per tre settimane; il soggetto deve essere continuamente monitorato. Alcuni veterinari somministrano farmaci ad azione antinfiammatoria o cortisone (da ultimi studi il cortisone sembra portare a degenerazione repentina del midollo) e farmaci ad azione antidolorifica, altri preferiscono non somministrare niente, in quanto la scomparsa o la riduzione del dolore possono indurre il soggetto a muoversi, con la probabile conseguenza di un peggioramento della patologia. Questo tipo di terapia talvolta porta a buoni risultati; il problema maggiore è rappresentato dall’alta percentuale di recidive, queste, infatti, avvengono in circa la metà dei casi. L’intervento chirurgico può essere una possibile scelta nei soggetti alla prima manifestazione clinica di ernia discale, diventa di fatto obbligatorio nel caso di recidiva.
Nei cani appartenenti al gruppo III l’intervento chirurgico è obbligato, secondo la prassi tradizionale. L’intervento deve essere preceduto da esami diagnostici quali la mielografia, TAC o RM. Il trattamento deve essere il più precoce possibile; maggiore è la precocità, più alte sono le possibilità di prognosi favorevole; le percentuali di successo nei soggetti trattati sono notevoli (circa il 90%).
I cani appartenenti al gruppo IV sottogruppo A vengono inizialmente trattati da alcuni veterinari con metilprednisolone sodio succinato (MPSS), un corticosteroide che ha dimostrato efficacia in questo tipo di patologia; la somministrazione del MPSS deve essere effettuata entro otto ore di tempo dall’insorgenza dei sintomi. Successivamente, e comunque entro due giorni, si deve procedere con l’operazione chirurgica. Le percentuali di successo si avvicinano all’80%. Nei soggetti che fanno parte del gruppo IV sottogruppo B, la prognosi è più severa. Se l’intervento chirurgico avviene entro 24 ore dalla prima manifestazione, ci sono possibilità di ripresa funzionale in poco meno della metà dei casi; se l’intervento viene effettuato dopo le prime 24 ore, ma entro le 48 ore, le possibilità di recupero funzionale sono molto basse (si ha successo in meno del 5% dei casi). Anche i soggetti appartenenti al gruppo I possono andare incontro a repentini peggioramenti, quindi l’ernia discale nel cane non deve mai assolutamente essere trascurata.
Ernia del disco del cane di tipo 2
L’ernia discale di tipo 2 interessa soprattutto le razze di grossa taglia, con il collo lungo (American Staffordshire Terrier, Dobermann, Pit-bull, Rottweiler, ecc.) e di età superiore ai 5 o 6 anni. Le ernie discali di tipo 2 possono essere singole o multiple; è più frequente che siano localizzate a livello toraco-lombare. I sintomi insorgono solitamente in modo cronico e progressivo, ma vi sono casi in cui l’insorgenza è più repentina. I sintomi principali sono debolezza del treno posteriore e incoordinazione. Nei casi più gravi si arriva alla paresi. Il dolore alla colonna vertebrale non è particolarmente frequente. Come nel caso di ernia discale di tipo 1, i migliori risultati si ottengono con una diagnosi tempestiva e precisa. Considerando l’età mediamente più avanzata dei soggetti affetti da ernia di tipo 2 è opportuno considerare l’eventualità della presenza di altri disturbi di tipo neurologico od ortopedico associati (mielopatia degenerativa, stenosi lombosacrale degenerativa, disturbi osteoartrosici al ginocchio e displasia dell’anca).
Come detto in precedenza, la diagnosi si avvale di strumenti quali radiografie, TAC e RM; quest’ultima tecnica consente di ottenere informazioni sia relativamente alla malattia in corso, sia riguardo al grado di sofferenza del midollo spinale. Come nel caso delle ernie discali di tipo 1 le modalità di trattamento sono di due tipi: conservativa o chirurgica. La prima è riservata ai casi di ernie discali di lieve entità, mentre l’intervento chirurgico è generalmente praticato nei cani affetti da ernia discale di grado medio-grave.
La terapia chirurgica prevede la rimozione del materiale discale che comprime il midollo spinale o nell’emilaminectomia. La prognosi dipende dal singolo caso. Nelle ernie discali ad alta velocità e basso volume, la quantità di materiale discale fuoriuscito è scarsa, ma la velocità di fuoriuscita è elevata e questo causa un danno al midollo spinale. L’intervento chirurgico in questi casi non è previsto e la terapia prevede l’uso di farmaci, integratori e fisioterapia.
Nei vari casi, i tempi di recupero sono ampiamente variabili e dipendono dal danno subito dal midollo, dalla buona riuscita dell’intervento, dalla cooperazione dell’animale alla fisioterapia e da quella del proprietario col fisioterapista veterinario.
OZONOTERAPIA NELLE ERNIE DISCALI
L’ozonoterapia è un trattamento medico in grado di lenire il dolore e i sintomi derivati da ernie o protrusioni discali in un’altissima percentuale di casi (75-85%), andando ad agire sulla sindrome del conflitto discoradicolare. Il dolore che s’instaura in seguito all’ernia, è dovuto, infatti, non solo alla compressione sul midollo, ma soprattutto al conflitto tra disco e radici nervose, che provoca un’ischemia locale ed un’alterazione metabolica oltre che un’infiammazione del nervo. L’infiammazione peggiora la compressione sulla radice nervosa e produce una riduzione e una stasi del flusso sanguigno dei vasi perinervosi che apportano al nervo, ossigeno e sostanze nutritizie, generando una vera e propria sofferenza ischemica. La sofferenza della radice provoca un’alterazione della conduzione nervosa perché si ha un’alterazione della mielina del nervo, che ha compito di rivestimento ed isolamento.
La miscela di ossigeno-ozono agisce in modo multifattoriale: contrasta l’infiammazione sia nella componente cellulo-mediata (riduzione del rilascio di sostanze infiammatorie da parte dei macrofagi e dei globuli bianchi, aumento delle proteine antinfiammatorie che bloccano gruppi di cellule dette citotossiche) sia nella componente bioumorale (riduzione delle citochine pro-infiammatorie); riduce la compressione favorendo la disidratazione dell’ernia; ossigena il nervo e la regione circostante, favorendo il processo di guarigione.
Tecnica paravertebrale
In medicina umana, la tecnica classica prevede l’infiltrazione di una miscela di ossigeno-ozono in prossimità del disco interessato. Il protocollo prevede un ciclo di 6 infiltrazioni a distanza di 3-4 giorni. Alla fine di questo primo ciclo, se il paziente ha avuto la riduzione del dolore del 40-50%, si prosegue con un secondo ciclo di 6 somministrazioni, più dilazionate nel tempo per verificare la stabilità della remissione. Non è necessaria l’anestesia locale e la procedura si svolge in regime ambulatoriale.
Il paziente può riprendere la propria attività entro pochi minuti. Talvolta si hanno effetti positivi immediati, ma in genere si ottengono dopo 2-3 settimane. L’efficacia terapeutica è generalmente eccellente: nell’ernia discale si ha regressione pressoché completa della sintomatologia nel 75-80% dei pazienti trattati. Il risultato è stabile nel tempo, infatti, le recidive si aggirano intorno al 3-5%. Nel caso non si ottengano benefici dopo 5-6 infiltrazioni, si consigliano altre tecniche e terapie. Successivamente si consigliano sedute di richiamo e mantenimento ogni 9-12 mesi. In medicina umana, la percentuale di pazienti che realmente necessitano di intervento chirurgico è l’1-3%, questo è un dato molto significativo.
Tecnica intraforaminale
Il trattamento con ossigeno-ozono in sede intraforaminale si svolge con l’amplificatore di brillanza o la TAC, per consentire il posizionamento preciso della punta dell’ago nel punto di uscita del nervo infiammato dal canale spinale. La cute deve essere disinfettata e viene praticata anestesia locale con ghiaccio spray. L’intervento non è doloroso ed il paziente può tornare alle sue attività dopo circa 15-20 minuti. Questa tecnica rappresenta l’evoluzione e il perfezionamento delle somministrazioni paravertebrali, poiché l’ozono arriva esattamente sulle radici nervose sofferenti a causa dell’ernia o della protrusione.
Nel cane non vengono effettuate perché il vantaggio rispetto alla tecnica paravertebrale è minimo e gli svantaggi sono invece elevati (anestesia generale, costi). In genere si eseguono 4-5 infiltrazioni a distanza di 2 settimane, oppure si esegue un’infiltrazione intraforaminale seguita da un ciclo di infiltrazioni paravertebrali. Nell’85% dei casi si ha risoluzione del quadro doloroso.
Nell’uomo la sintomatologia determinata dall’ernia può anche risolversi spontaneamente o con i trattamenti conservativi, infatti, numerosi studi di diagnostica per immagini hanno dimostrato che le ernie del disco lombare, in un’elevata percentuale di casi, regrediscono del tutto o in gran parte. Entro i primi tre mesi si ha un rapido miglioramento dovuto ai meccanismi di riassorbimento cellulare mediato da citochine senza reazione fibroblastica. L’ernia discale è quindi un fenomeno dinamico. Sono rare le ernie del disco che provocano compressioni estese, dove è indicato l’intervento chirurgico. Le probabilità di riassorbimento aumentano con le dimensioni dell’ernia e con l’entità della migrazione dallo spazio discale. Anche i deficit neurologici motori causati dall’ernia (ad eccezione della sindrome della cauda equina e della perdita progressiva della funzione motoria) avrebbero dunque una storia naturale favorevole.
Meccanismo d’azione dell’ossigeno-ozono nelle ernie discali e nel mal di schiena
L’ozonoterapia in sede paravertebrale agisce su diversi fronti: inibisce il fenomeno infiammatorio, riduce l’ischemia e la stasi venosa, ha effetto rilassante, stimola il meccanismo analgesico dei nocicettori. L’iniezione di ossigeno-ozono intradiscale e intramuscolo consente di ottenere un’elevata percentuale di successo, ma il meccanismo d’azione rimane ancora poco noto.
Nel caso di ernia del disco, l’ozono sembra agire con un meccanismo di lisi er iduzione del volume del disco, con gli studi neuroradiologici si è evidenziata la riduzione o scomparsa della protrusione. Devono ancora essere messi a punto protocolli standard riguardo alla concentrazione della miscela, la quantità, la frequenza della terapia e la sede d’iniezione. L’efficacia dell’ozonoterapia nel trattamento delle ernie discali dell’uomo è stata ottenuta con tecniche diverse di iniezione, cioè con la paravertebrale, l’intradiscale, l’intraforaminale o l’epidurale. La variabilità della risposta clinica dei pazienti nello stesso approccio introduce difficoltà nello standardizzare la terapia.
Iniezione intradiscale: la miscela O2-O3 viene inoculata direttamente nel nucleo polposo, ed, evidenze cliniche hanno mostrato che l’ozono si dissolve nell’acqua intradiscale e reagisce con i glicosaminoglicani. La reazione provoca ossidazione di questi substrati (galattosio, acido ialuronico, glicina, 4-idrossiprolina) e la rottura dei legami intra e intermolecolari causando la disgregazione della struttura tridimensionale. Il collasso libera l’acqua legata che, dopo riassorbimento, consente una riduzione della pressione intradiscale e di conseguenza sulla radice dei nervi, con conseguente possibile scomparsa del dolore. Quando l’ozono viene iniettato in vicinanza della lesione (come nella foraminale), l’effetto terapeutico è dovuto alla combinazione degli effetti vasculomediati e biochimici (aumento dell’ossigenazione, correzione dell’acidosi locale, scomparsa della stasi linfatica e venosa).
E’ importante notare che nello spazio intraforaminale, la presenza di lipidi, eccellente substrato per l’ozono, può favorire il rilascio di fosfolipidi osssidati compresi i LOPs (Lipid Oxidadaction Products): sorprendentemente, durante l’infiammazione, questi composti possono inibire il processo infiammatorio, come è stato dimostrato nel topo sottoposto a shock endotossico locale. L’ozono, quindi, sembra giocare un ruolo paradossale e inaspettato d’inibizione del rilascio o inattivazione delle proteinasi e un aumento del rilascio delle citochine immunosoppressive come le TGF beta e/o IL10. Ancora più sorprendente è la recente evidenza che l’ozono, inibendo le COX2 blocca la sintesi della prostaglandina proinfiammatoria E2.
Un altro importante effetto analgesico può derivare dall’induzione degli enzimi antiossidanti che derivano dall’adattamento dello stress ossidativo cronico. Questo aspetto ha dato origine al concetto di ozono-paradosso.
Iniezione paravertebrale
L’approccio indiretto consiste nell’iniezione di ossigeno-ozono in 2-4-6 punti (5-10 ml a punto) dei muscoli paravertebrali in caso di mal di schiena o presenza di ernia discale. Questa procedura è detta anche “agopuntura farmacologica” perché sia l’ago sia l’ossigeno-ozono, danno il via a reazioni chimiche e neurologiche che comportano la scomparsa del dolore nel 70-80% dei casi. La concentrazione somministrata è dai 18-20 μg/ml a massimo 25-28 μg/ml.
Se troppo bassa è scarsamente efficace, se troppo alta, soprattutto all’inizio, può essere molto dolorosa e provocare lipotimia e rischio di riflesso vagale, oltre a non aumentare l’efficacia del trattamento. Dopo 5-7 sedute la soglia del dolore s’innalza e quindi si può leggermente aumentare la concentrazione. Quando l’ozono è iniettato in regione paravertebrale si dissolve soprattutto nell’acqua interstiziale e reagisce immediatamente con gli antiossidanti e i PUFA generando perossido di idrogeno e LOPs.
- Questo complesso stimola i nocicettori C locali e provoca un transitorio e, di solito, tollerabile dolore che è un presupposto essenziale per raggiungere l’effetto terapeutico finale. In più, la quantità di ossigeno iniettata, che rappresenta il 98%, causa la sensazione di tensione e pressione nel muscolo e questo è, in parte, responsabile dell’effetto terapeutico. La stimolazione dei nocicettori è in grado di aumentare la soglia del dolore e la risposta antalgica attraverso la via antinocicettiva discendente, stimolata anche dall’inserzione dell’ago.
E’ infatti dimostrato che la stimolazione algica di pelle e muscolo può ridurre il dolore con il meccanismo del controllo inibitorio dello stimolo doloroso. L’iniezione paravertebrale va eseguita da entrambe le parti perché se scompare il dolore da un lato, si può contrarre l’altro.
In conclusione, i meccanismi d’azione che entrano in gioco sono:
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- attivazione del sistema antinocicettivo discendente ed elevazione della soglia del dolore per degenerazione ossidativa dei nocicettori;
- rilascio di endorfine che blocca la trasmissione del segnale nocicettivo al talamo e alla corteccia;
- ipostimolazione (innalzamento della soglia di attivazione) collegato alla degenerazione ossidativa dei nocicettori C;
- stimolazione simultanea psicogena del sistema analgesico indotto dalla puntura e dal gas;
- ossigenazione localizzata e analgesia. Sono molto importanti perché permettono il rilassamento e la vasodilatazione del muscolo, con una conseguente riattivazione del metabolismo, favorendo l’ossidazione del lattato, neutralizzazione dell’acidosi, aumento della sintesi di ATP, captazione del calcio e riassorbimento dell’edema.
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In conclusione, il dolore ha un’origine multifattoriale e l’ozono può apportare notevoli benefici: dall’inibizione dell’infiammazione, alla correzione dell’ischemia e della stasi venosa e infine inducendo una terapia di riflesso stimolando il meccanismo anti-nocicettivo analgesico. L’iniezione intradiscale e intramuscolo di ossigeno-ozono ha una percentuale di successo molto elevata se comparata ad altre procedure più invasive, sono necessari comunque studi per standardizzare la procedura.
Video di esempio di infiltrazione paravertebrale cervicale nel cane
Video di esempio di infiltrazione paravertebrale toraco-lombare nel cane
AGOPUNTURA NELLE ERNIE DISCALI
L’agopuntura è efficace nel trattamento delle ernie discali, grazie alla sua azione analgesica e ai suoi effetti antinfiammatori; inoltre la sua azione decontratturante rilassa la muscolatura tesa e indurita nell’area circostante all’ernia. Le sedute devono essere inizialmente ravvicinate, (2-3 nella prima settimana), poi possono essere diradate, fino ad arrivare a una seduta a settimana. La durata del trattamento è mediamente di 4-5 settimane, e prevede qualche seduta di mantenimento ogni 15 giorni, finché non si completa il “riassorbimento” dell’ernia. Gli agopunti usati sono quelli locali in base alla sede dell’ernia, altri agopunti che vanno a riequilibrare i meridiani che regolano ossa e sistema nervoso, altri specifici per le ernie, più agopunti scelti in base al paziente, che corrisponde a uno specifico “pattern” in medicina cinese. L’agopuntura è operatore-dipendente e la scelta degli agopunti può essere diversa tra un agopunture e un altro, anche se alcuni sono fondamentali, ci sono diverse vie per arrivare alla stessa meta.
MATERIALI E METODI
CASI CLINICI
Di seguito ho riportato i casi clinici di cani con ernie discali trattati con ossigeno ozonoterapia, agopuntura e talvolta chiropratica, dal 2013. In tutti i casi sottoelencati sono stati somministrati anche integratori a base di Quercetina, Acido Tiottico, Vitamina C, Vitamina E, Esperidina, Ruscus e Licopene, dosati in base alla taglia e all’esigenza del paziente.
CASO 1
Oliver, Beagle, 4 anni, maschio.
Classificazione ernia: I
Data: 24 maggio 2015
Oliver, 10 gg prima che venisse portato alla visita, ha iniziato a manifestare immobilità cervicale e dolore sul collo alla palpazione. Sono stati somministrati Dolagis (carprofene, FANS) e Altadol (tramadolo, analgesico oppiaceo ad azione centrale), senza alcun effetto. Alla RM è stata evidenziata una compressione discale C2-C3, ventrale.
I proprietari hanno deciso di seguire un approccio conservativo, non avendo avuto alcuna risposta ai farmaci, sono venuti a Pisa (da Ancona) per sottoporre Oliver a trattamento alternativo a farmaci o intervento.
Oliver è stato sottoposto ad agopuntura, chiropratica e ozonoterapia.
Ozonoterapia: 10 cc, 20 μg/ml tra C2-C3 bilaterale, ventrale, 2 iniezioni intramuscolo anche nella parte dorsale del collo per ottenere effetto miorilassante.
Manipolazione chiropratica con trazione cervicale e correzione di tutta la colonna.
La sera stessa il proprietario descrive il cane molto più attivo. Il giorno successivo mi riferisce che Oliver è stato dolorante per un paio d’ore e in seguito è diventato vivace e attivo. Oliver non ha avuto più alcuna manifestazione clinica dalla singola seduta svolta.
CASO 2
Carlotta, Bulldog Francese, 3 anni, femmina intera.
Classificazione ernia: I
Data: 17 giugno 2015
Carlotta viene portata per sospetta ernia cervicale. 5 gg prima mostra rigidità del collo e degli arti e dolore alla palpazione del collo. Dopo utilizzo di Rymadil (carprofene) e Altadol, la sintomatologia si allevia. I proprietari decidono di fare qualche seduta di agopuntura e ozonoterapia poiché il veterinario curante sospetta un’ernia cervicale.
Ozonoterapia: 5 cc, 20 μg/ml in 4 punti del collo in regione ventrale e 4 in regione dorsale. Non era conosciuta l’eventuale localizzazione dell’ernia, per cui ho deciso di iniettare in più punti.
Carlotta è stata sottoposta a 2 sedute ed i proprietari non hanno riferito più alcuna sintomatologia
CASO 3
Kyra, meticcia piccola taglia, 12 anni, femmina sterilizzata
Classificazione ernia: I
Data: 15 maggio 2015
Kyra è stata sterilizzata 7 mesi prima e da allora ha manifestato tosse e testa posizionata verso il basso, con tremori diffusi per il dolore.
La sintomatologia migliora con l’utilizzo di Previcox (firocoxib, FANS) ma si ripresenta all’interruzione della terapia.
Alla TAC viene diagnosticata protrusione discale centrale C2-C3. Kyra viene portata alla visita per trattamento con ozonoterapia e agopuntura (dal Trentino).
Ozonoterapia: 5 cc, 20 μg/ml in 2 punti del collo in regione ventrale C2-C3 e 2 in regione dorsale.
Kyra dopo la prima seduta cessa di manifestare i sintomi, viene comunque sottoposta a una seconda seduta. Manifesta lieve recidiva a distanza di 3 mesi che si è risolta con una singola terapia.
Kyra non ha assunto gli integratori indicati in precedenza per intolleranza agli stessi.
CASO 4
Rudy, Cavalier King, 9 anni, maschio Classificazione ernia: II
Data: 2 luglio 2015
TAC: piccole formazioni granuliformi a localizzazione C2-C3 relativamente iperdense, in parte calcifiche, con moderato effetto massa sul midollo e le radici corrispondenti, si associa restringimento dello spazio intersomatico e sclerosi delle limitanti somatiche e moderata deviazione tra i 2 metameri. Reperto compatibile con moderata compressione extradurale tra C2-C3 (ernia di tipo Hansen I). Da febbraio insorte crisi vagali per presenza di bolle timpaniche. La proprietaria decide di non operare al momento il cane e di tentare il trattamento con ozono e agopuntura (viene da Napoli). Dai reperti della diagnosi per immagini, le do una percentuale di successo intorno al 20%, poiché la possibilità di risoluzione è molto ridotta perché il materiale erniario è calcifico e di vecchia data. Rudy manifesta sintomatologia piuttosto grave, tiene la testa vicino al terreno, inciampa spesso con gli anteriori, sbattendo così il muso per terra.
Svolgo agopuntura e ozonoterapia.
Ozonoterapia: 5 cc, 20 μg/ml tra C2-C3 bilaterale ventrale, più 2 punti dorsali per la rigidità del collo.
La proprietaria dopo la prima seduta riferisce che il cane è molto più attivo la sera stessa, tiene la testa più sollevata e sale gli scalini, cosa che non aveva più fatto da qualche tempo. Dopo una settimana torna per la seconda seduta, ma nonostante la proprietaria riferisca che Rudy sta meglio, all’esame clinico non riscontro miglioramenti significativi.
A distanza di una settimana ripeto una terza seduta, a mio avviso, senza miglioramenti. Propongo, per problemi logistici (400 km di distanza) di interrompere le terapie, anche per lo stress del cane che viene trasportato in treno per 12 ore in 2 giorni. La proprietaria concorda, anche per problemi personali a continuare la terapia. La proprietaria decide, insieme al veterinario curante, di somministrare cortisone per 5 gg e ottiene dei piccoli miglioramenti. Il 23 agosto Rudy viene trovato morto durante il sonno, la causa non è nota e non viene eseguita autopsia.
CASO 5
Spillo, Maltese, 13 anni, maschio
Classificazione ernia: I
Data: 20 febbraio 2015
RM: protrusioni discali multiple calcifiche su C3-C4, C4-C5, C6-C7, T12-T13, T13-L1, L2-L3, L3-L4
Terapia prolungata da mesi con cortisone senza risultati.
Il proprietario (che viene da Genova), vuol tentare trattamento con ozonoterapia e agopuntura per migliorare la sintomatologia, che, nonostante i reperti gravi ed estesi, non si manifesta in modo così eclatante.Spillo, infatti, tiene la testa leggermente verso il basso e cammina lentamente, senza manifestare zoppie. Considerando anche l’età del cane, la sintomatologia è compatibile anche con questo fattore. Avverto il proprietario che quello che possiamo ottenere al massimo è un effetto miorilassante e antidolorifico a livello muscolare e quindi sollievo dal dolore di schiena, non è possibile ottenere effetti sulle ernie, in quanto di vecchia data e calcificate.
Ozonoterapia: iniezioni paravertebrali, 5 cc, 20 μg/ml su tutta la colonna (da C3 a L4) nei punti delle ernie, bilaterale.
Il proprietario riferisce dei piccoli miglioramenti, alla mia visita clinica Spillo, non manifesta notevole miglioramento del quadro clinico. Vengono fatte 5 sedute a distanza di una settimana poi decidiamo di interrompere per mancanza di miglioramenti significativi.
CASO 6
Tea, Bassotto, 7 anni, femmina sterilizzata
Classificazione ernia: II
Data: 4 febbraio 2015
Tea è stata operata l’anno precedente di ernia toraco-lombare (T13-L1), da cui si era ripresa normalmente. Tea viene portata in ambulatorio per paresi posteriore in seguito ad un salto dal divano. Il dolore profondo è presente, anche se diminuito, i riflessi flessorio, patellare, ischiatico sono conservati.
Il veterinario referente sospetta ernia discale toracica e somministra cortisone. Tea viene sottoposta a 2 sedute di agopuntura e ozono a distanza di 2 giorni, la terza volta viene sottoposta anche a fisioterapia. Alla quinta seduta interrompo i trattamenti con agopuntura e continuo con fisioterapia e ozono. Tea, con 8 sedute, in 2 settimane, è tornata a camminare in modo autonomo.
Ozonoterapia: 5 cc, 20 μg/ml sul tratto toraco-lombare, 6 punti, bilaterali.
Fisioterapia: idroterapia, esercizi con tavolette propriocettive, stimolazione dei riflessi, PNF, esercizi di mobilizzazione passiva e attiva (seduto-in piedi).
In questo video potete vedere la storia di Tea: Riabilitazione di Tea
CASO 7
Dalila, Dobermann, 7 anni, femmina intera
Classificazione ernia: I
Data: 14 agosto 2014
Dalila è stata operata a maggio 2013 di ernia C6-C7 da cui si era ripresa normalmente. Due settimane prima della visita (agosto 2014) Dalila aveva iniziato a lamentarsi nella notte e a tenere il collo esteso verso il basso. Mi viene riferita da un collega per sospetta ernia cervicale, dopo che le è stato somministrato cortisone.
Ozonoterapia: 10 cc 20 μg/ml in 4 punti ventrali sul collo, poiché non è nota la localizzazione, e 4 dorsali per ottenere effetto miorilassante. Chiropratica: Trazioni cervicali, correzione della colonna. Dalila è stata sottoposta a 2 sedute e, ad oggi, non ha più manifestato sintomi di dolore cervicale.
CASO 8
Vivan, Dobermann, 4 anni, maschio
Classificazione ernia: I
Data: 23 aprile 2014
Vivan è un Dobermann che viene sottoposto a gare di addestramento. A settembre 2013 inizia a manifestare dolorabilità cervicale sporadica, a febbraio 2004 viene riferito un trauma al collo.
RM: Sindrome di Wobbler C6-C7 con presenza di materiale discale ventrale.
Il proprietario decide di portare il cane da Roma per fare delle sedute di ozonoterapia, agopuntura e chiropratica. Vengono svolte 3 sedute, dopo di che viene sottoposto di nuovo a RM, in cui viene evidenziata la riduzione del 25% del materiale discale. A oggi Vivan non ha più manifestato sintomatologia e continua a partecipare alle gare.
Ozonoterapia: 10 cc, 20 μg/ml in 2 punti sul collo C6-C7 e 2 dorsali.
Chiropratica: trazioni e manipolazioni di collo e colonna.
CASO 9
Frida, Dobermann, 11 anni, femmina sterilizzata
Classificazione ernia: II
Data: febbraio 2014
Frida manifestava i segni della Wobbler con incoordinazione e atassia, testa spesso tenuta verso il basso e cadeva sul posteriore divaricando gli arti.
RM: protrusioni discali C6-C7 a sede mediana determinante moderata compressione midollare. Ai siti C4-C5, C5-C6 e C6-C7 si evidenzia inoltre ipertrofia del legamento flavo determinante significativa compressine midollare dorsale. Dopo trazione si evidenzia lieve attenuazione di tali compressioni. A livello di C6-C7 si evidenzia lieve iperdensità endomidollare compatibile con danno endomidollare. Reperti compatibili con spondilomielopatia cervicale caudale a siti multipli più grave a sede C6-C7, parzialmente responsiva alla trazione.
La possibilità dell’intervento è stata esclusa per l’età dell’animale e la proprietaria (su consiglio e referenza del suo osteopata) ha deciso di portarla al mio ambulatorio e interrompere i farmaci (cortisone e antinfiammatori), che tra l’altro non le recavano giovamento. Frida è stata sottoposta a 3 sedute di agopuntura, ozonoterapia, chiropratica e tapis roulant in acqua. Dopo queste sedute Frida è tornata a correre in giardino come prima, salta e non cade più all’indietro sebbene i segni dell’atassia non siano totalmente scomparsi, Frida è tornata a svolgere una vita normale e ogni 2 settimane ripete una seduta di ozonoterapia, agopuntura e chiropratica, poiché si mantiene in splendida forma e la proprietaria non vuol perdere i risultati ottenuti.
Ozonoterapia: 10 cc, 20 μg/ml a livello di C4-C5, C5-C6 e C6-C7 e dorsalmente. Infiltrazioni paravertebrali anche sul tratto toraco-lombare per risentimento di schiena.
Chiropratica: trazioni cervicali e manipolazioni di tutta la colonna.
CASO 10
Peter, Cocker, 3 anni, maschio castrato
Classificazione ernia: I-II
Data: 20 marzo 2014
Un mese prima che venga portato alla visita, Peter aveva iniziato a manifestare dolori e rigidità alla parte anteriore dx, compreso l’arto, con zoppia. Sono stati somministrati FANS, il dolore è passato ma è rimasta la zoppia destra. Mi è stato riferito dal collega veterinario per sospetta ernia cervicale.
Peter è stato sottoposto a 4 sedute di ozonoterapia e agopuntura e, ad oggi, non ha più manifestato recidive.
Ozonoterapia: 10 cc, 20 μg/ml in 4 punti ventrali sul collo, poiché non nota la localizzazione dell’ernia, e 4 dorsali.
CASO 11
Isotta, bassotto, femmina, 8 anni
Classificazione ernia: I
Data 17 gennaio 2014
In seguito a visita neurologica, viene diagnosticata ad Isotta un’ernia cervicale, viene prescritta la terapia seguente: 15 gg di confinamento in gabbia e cortisone. Passati i 15 gg la situazione rimane immutata ed i proprietari decidono di rivolgersi a me.
Isotta è stata sottoposta a 3 sedute di ozonoterapia, agopuntura e chiropratica, dopo la prima seduta i sintomi sono cessati immediatamente, ma ho preferito fare altre 2 sedute a distanza di 72 ore l’una dall’altra. Al momento non si sono manifestate recidive.
Ozonoterapia: 5 cc, 20 μg/ml in 4 punti sul collo ventrale e 2 dorsali.
Chiropratica,Agopuntura e Ozonoterapia
CASO 12
Jaco, Dobermann, 8 anni, maschio
Classificazione ernia: II
Data: 18 febbraio 2014
RM: sindrome di Wobbler a livello di C5-C6 con instabilità cervicale, protrusione discale ventrale e ipertrofia del legamento flavum.
Sintomi: testa tenuta verso il basso, ipometria degli arti anteriori, ipermetria dei posteriori, perdita di equilibrio.
Il proprietario decide di tentare terapia con ozono e agopuntura prima di fare intervento, come suggerito dal collega e porta Jaco da Roma. Sono dubbiosa sulla possibilità di riuscita per la presenza dell’instabilità cervicale.
Dopo le prime 2 sedute Jaco ha dei notevoli miglioramenti sull’andatura, per cui viene deciso lo stallo per una settimana. Durante questa settimana vengono svolte altre 3 sedute di ozonoterapia, agopuntura e chiropratica, a cui vado ad aggiungere idroterapia ed esercizi propriocettivi tutti i giorni.
Non si ottengono ulteriori miglioramenti durante la settimana.
Il proprietario decide di operare Jaco per stabilizzare le vertebre cervicali. Il problema è stato risolto con la stabilizzazione cervicale e ora Jaco cammina normalmente.
CASO 13
Olivia, Chiwawa, 12 anni, femmina sterilizzata
Classificazione ernia: II
Data: 5 febbraio 2013
Olivia manifesta rallentamento del riflesso di riposizionamento anteriore destro e bilaterale posteriore, zoppia dell’anteriore destro, cedimento dei posteriori, normali gli altri riflessi e la sensibilità. Olivia è decisamente in sovrappeso (5 kg, oltre il doppio del peso ideale). Il proprietario decide di rivolgersi a me dopo che il veterinario curante diagnostica sospetta ernia cervicale e lombare.
Olivia viene sottoposta a 3 sedute di ozonoterapia, agopuntura e chiropratica, con cui viene risolto completamente e definitivamente (ad oggi) il quadro sintomatologico.
Ozonoterapia: 5 cc 20 μg/ml in 2 punti ventrali sul collo (viste le piccole dimensioni del cane) e 2 dorsali e 4 punti nel tratto toraco-lombare, 1 nel Bai Hui.
Chiropratica: trazioni sul collo e manipolazioni sulla colonna.
CASO 14
Tao, Cocker, 11 anni, maschio
Classificazione ernia: II
Data: Giugno 2103
Tao a dicembre 2012 è stato operato di ernia lombare (L4-L5), con ottimo risultato e recupero normale. Tao a giugno del 2013 manifesta segni di ernia cervicale, i sintomi sono zoppia anteriore destra, dolore, tendenza a evitare movimenti bruschi e difficoltà a salire sul divano.
RM: ernia cervicale C6-C7, a localizzazione destra.
Poiché i proprietari non vogliono affrontare un secondo intervento, cercano terapie alternative e decidono di portarmelo. Tao viene sottoposto a 6 sedute di chiropratica, ozonoterapia, agopuntura ed anche ad idroterapia nelle ultime 4 sedute. A luglio va al mare, nuota, si scuote completamente dall’acqua ed è tornato a saltare sul divano come una volta. Ad oggi non ci sono state recidive. Ozonoterapia: 10 cc 20 μg/ml a livello di C6-C7 e 4 punti nel tratto toracolombare, 1 nel Bai Hui.
Chiropratica: trazioni sul collo, manipolazione della colonna.
In questo video la storia di Tao: Trattamento conservativo di erniacervicale: Tao
CASO 15
Vicky, Beagle, 4 anni, femmina sterilizzata
Classificazione ernia: I
Data: 23 giugno 2014
Vicky da inizio giugno iniziava a manifestare rigidità e dolore al collo, che veniva mantenuto verso il basso, lo stato del cane era depresso. Viene trattata 10 gg con cortisone, la sintomatologia migliora, ma ricompare all’interruzione della terapia. Vicky viene riferita da un collega per sospetta ernia cervicale.
Vicky viene sottoposta a 3 sedute di agopuntura, ozonoterapia e chiropratica, la sintomatologia si risolve completamente.
Ad agosto 2015 la proprietaria riferisce una lieve rigidità del collo a momenti alterni durante la giornata, si ripetono le 3 sedute e la
sintomatologia scompare di nuovo. Ozonoterapia: 10 cc, 20 μg/ml in 4 punti ventrali del collo (non è nota la localizzazione dell’ernia) e 4 dorsali.
Chiropratica: trazioni e manipolazioni delle cervicali
CASO 16
Oliver, Bassotto, 5 anni, maschio
Classificazione ernia: IV A
Data: 24 giugno 2014
L’anno precedente alla visita la proprietaria riferisce comparsa di dolore alla schiena, trattato e risolto con somministrazione di cortisone. Lo stesso episodio si ripete a febbraio 2014. Il 14 giugno ricompare lo stesso dolore alla schiena, dopo 5 giorni Oliver si paralizza con il treno posteriore e perde la sensibilità profonda.
Dopo consulto neurologico, viene diagnosticata ernia lombare e viene consigliata RM e intervento chirurgico d’urgenza per rischio di paralisi permanente, ma la proprietaria decide di intraprendere la via alternativa all’intervento e quindi di portarmelo.
Oliver è stato sottoposto a 2 sedute di chiropratica, agopuntura e ozonoterapia, e ad altre 2 sedute in cui ha svolto anche esercizio in acqua (idroterapia) ed esercizi propriocettivi. Oliver dopo 4 sedute è tornato a camminare normalmente e, ad oggi, non ha avuto recidive.
Ozonoterapia: 5 cc, 20 μg/ml in 6 punti sulla schiena, nel tratto toracolombare, 1 su Bai Hui
Chiropratica: trazioni e manipolazioni di tutta la colonna
In questo video la storia di Oliver: Trattamento alternativo di ernia lombare
CASO 17
Bacco, Cavalier King, 5 anni
Classificazione ernia: I
Data: 8 settembre 2015
Bacco ha iniziato a manifestare sintomi di ernia cervicale intorno al 25 di agosto: testa portata verso il basso, lamenti, dolore al sollevamento da terra da parte del proprietario o quando veniva trasportato in auto con terreno sconnesso.
Bacco è stato sottoposto a terapia antinfiammatoria (FANS) senza alcun risultato.
Bacco è stato sottoposto a 4 sedute di ozonoterapia e agopuntura, a distanza di 72 ore le prime 3 e dopo una settimana la quarta. I sintomi sono cessati e Bacco si muove normalmente senza guaire.
Ozonoterapia: 10 cc, 20 μg/ml in 2 punti ventrali del collo e 2 dorsali.
CASO 18
Peggy, meticcia, 12 anni
Classificazione ernia: II
Data: 9 settembre 2015
Peggy ha iniziato a camminare con difficoltà con gli arti anteriori e a mostrare rigidità e dolore al collo con affanno. La proprietaria decide di eseguire una diagnosi per immagini.
TAC: i reperti esaminati risultano compatibili con una paratopia discale C3- C4, con compressione midollare extradurale centrale, significativa.
Terapia: Tramadolo per 3 gg 2 volte al dì, 2 gg di Previcox (interrotto per intolleranza al farmaco), Alevica 2 volte al dì per 15 gg, integratori, Ranitidina.
Su esperienza del collega veterinario, Peggy viene riferita per trattamento con ozonoterapia, a cui abbino agopuntura.
Peggy è stata sottoposta a 4 sedute in totale e adesso è tornata a camminare normalmente ed il dolore è scomparso.
Ozonoterapia: 10 cc, 20 μg/ml a livello ventrale di C3-C4 e 2 punti dorsali.
Video Peggy
RISULTATI
I 18 casi esaminati hanno evidenziato un’elevata percentuale di risposta. I casi in cui il trattamento con ozonoterapia e agopuntura non ha avuto efficacia sono stati:
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- caso 4: caso di ernia con calcificazioni e sintomatologia piuttosto grave con successiva morte per causa sconosciuta;
- caso 5: caso con ernie multiple in cui mi aspettavo solo un lieve miglioramento del dolore di schiena;
- caso 12: caso di Wobbler con ernia cervicale e instabilità cervicale, che si è risolto in seguito ad intervento chirurgico di stabilizzazione vertebrale.
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I restanti casi hanno avuto risposta positiva entro le 2 settimane e con un numero di sedute da 1 a 6, con risoluzione della sintomatologia in modo definitivo e con un follow up che va da 2 mesi a 2 anni e mezzo.
I casi trattati appartenevano alla classificazione delle ernie in questa percentuale:
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- – Gruppo I: 9 casi = 50%
- – Gruppo II: 6 casi = 33,3%
- – Gruppo I-II: 1 caso = 5,5%
- – Gruppo III: 1 caso = 5,5%
- – Gruppo IV A: 1 caso = 5,5%
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La risoluzione si è avuta nell’83,3% dei casi presentati, se consideriamo il fatto che i 3 casi in cui non c’è stata risoluzione non ritenevo opportuno inserirli nel gruppo di studio per i motivi citati (instabilità cervicale nel Dobermann e ernie calcificate negli altri 2 casi), si può azzardare l’affermazione del 100% di risoluzione.
La miscela di ossigeno-ozono che è stata somministrata è stata di 20 μg/ml con aghi 23 o 25 Gauge, la quantità della miscela ossigeno-ozono usata è stata 5-10 ml per punto, a seconda delle dimensioni del cane, in prossimità dell’ernia, se individuata con diagnosi per immagini, o in più punti se la localizzazione precisa dell’ernia non era nota.
L’agopuntura è stata applicata in ogni caso, mentre la chiropratica no, infatti, talvolta si ritiene utile, mentre in altri casi è addirittura controindicata. </p<
Ad eccezione di un caso, sono sempre stati somministrati in contemporanea integratori a base di Quercetina, Acido Tiottico, Vitamina C, Vitamina E, Esperidina, Ruscus e Licopene, che sembrano creare una sinergia con leterapie svolte.
DISCUSSIONE
Le evidenze cliniche da me raccolte in questi due anni e mezzo, sembrano dimostrare efficacia del trattamento dell’ozonoterapia abbinata ad agopuntura (e talvolta chiropratica) e integratori specifici nelle ernie discali del cane. I casi che ho avuto modo di trattare, secondo la classificazione riportata sopra, fanno parte dei gruppi I, II, III e IV A e c’è stata risoluzione in tutti i gruppi.
L’abbinamento dell’ozonoterapia all’agopuntura, alla chiropratica e agli integratori utilizzati, sembra far sì che occorra un numero inferiore di sedute rispetto all’utilizzo della sola ozonoterapia, per lo meno da quanto indicato nei protocolli utilizzati in campo umano. È evidente che sono necessarie ricerche supplementari che possano comparare l’efficacia del trattamento delle ernie discali del cane con ozonoterapia in monoterapia, piuttosto che con il protocollo da me utilizzato.
Gli studi nel campo dell’ozonoterapia sono solo all’inizio, l’utilizzo nel trattamento delle ernie discali è solo uno dei tantissimi campi di applicazione di questa terapia. Negli anni a venire si auspica un approfondimento degli studi e della messa a punto di protocolli in ambito sia umano che veterinario, da applicare alle varie patologie che possono essere curate con l’ozonoterapia, dalle patologie ortopediche, neurologiche a quelle metaboliche o allergiche.
E’ altresì ben sperata una diffusione della conoscenza di questa terapia medica, che purtroppo non ci viene fornita durante gli studi di laurea, ma che, già da anni, si è dimostrata di essere efficace in un vasto campo di applicazioni, è economica e priva di effetti collaterali, se svolta da personale medico qualificato.
BIBLIOGRAFIA
- Bocci Velio, Ossigeno-Ozonoterapia – Comprensione dei meccanismi di azione e possibilità terapeutiche, Casa Editrice Ambrosiana, Edizione: 10/2000
- http://www.albanesi.it/veter/erniadisco.htm
- http://www.fondazionegaetanopieraborghi.it/navigazione.php?contributo_id=123&breadcrumbs_id=115
- Saal JA. Natural history and nonoperative treatment of lumbar disc herniation. Spine1996; 21 (24 Suppl): 2S-9S.
- Mechanism of Action of Oxygen Ozone Therapy in the Treatment of Disc Herniation and Low Back Pain- Emma Borrelli
BIOGRAFIA
La Dottoressa Valentina Taccini si laurea con lode nel 2002 in Medicina Veterinaria e prosegue il percorso universitario a Pisa come Dottoranda di Ricerca. Durante questo periodo viene a conoscenza delle tecniche di manipolazioni vertebrali a cui si appassiona e approfondisce gli studi al riguardo studiando in Germania presso la International Academy of Veterinary Chiropractic. In seguito decide di estendere il suo lavoro al campo della fisioterapia e prosegue gli studi presso la Vierbeiner-Reha Zentrum, in Germania. Nel 2013 decide di imparare anche l’agopuntura presso il Chi Institute della Florida con sede europea a Madrid. Per l’utilizzo della Tecarterapia® consegue il diploma specialistico Unibell®.
Oltre al percorso veterinario è appassionata anche allo sviluppo personale, per cui è anche Operatrice Olistica riconosciuta SIAF, Practitioner in Programmazione Neuro-Linguistica, ha conseguito il Master Scienziati in Azienda dell’ISTUD di Milano, è massaggiatrice sportiva riconosciuta CSEN e operatrice Reiki di secondo livello.
Questo corso di perfezionamento in Ossigeno-Ozonoterapia è al momento l’ultima competenza acquisita.
La Dottoressa Valentina Taccini esercita la professione presso il suo ambulatorio Fisioterapia Veterinaria Pisa®.
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